Revisione dei prezzi di vendita dei prodotti da parte del magazzino alla chiesa. Attualmente la chiesa, azienda che non paga le tasse ma rifornisce agli stessi prezzi delle aziende pubbliche, è molto avvantaggiata rispetto alle altre e grava spesso all'economia delle aziende alimentari, in quanto chi vuole fare scorta di alimenti acquista dalla chiesa (poiché va da sé che se non paga le tasse avrà prezzi minori). Proporrei dunque di stabilire una proporzione fissa: i prezzi delle aziende pubbliche equivarranno al 80% di quelli dei medesimi prodotti riforniti alla chiesa (calcolando tasse da parte delle aziende pubbliche al massimo (30%) la chiesa avrà comunque un margine di vantaggio in quanto azienda non tassata).
In pratica la chiesa può rifornire alimenti dal magazzino al prezzo delle aziende pubbliche (il più basso che si possa provare). Tuttavia, non pagando le tasse a differenza di queste aziende, può rivendere a prezzi molto più bassi i prodotti facendo concorrenza quasi sleale (senza contare che la chiesa sarebbe un'"azienda" religiosa, non alimentare). Quindi alzerei un po' i prezzi in modo che abbia comunque un vantaggio poiché azienda non tassata ma che in ogni caso non spazzi via tutta la "concorrenza".
La chiesa ha un bar dal quale rivende quel cibo, e dal quale la gente so faccia grandi scorte di alcuni alimenti poiché con i prezzi più bassi fra le aziende.
Ti rispondo io in quanto sono stato papa e creatore di tale sistema, la chiesa ha una caritas che da cibo gratuito a spese sue a tutte le persone disoccupate, e fin qui nessun problema, ma tutte le altre persone? Ecco perché è nato il bar vaticano fornire cibo alle tasche di tutti. Ora passiamo al lato tecnico della cosa, il 50/60 % se non di più dei guadagni della chiesa viene proprio dal bar. torniamo indietro nel tempo a qualche mese fa La chiesa viveva solo di matrimoni e sacramenti, e faceva un totale di 10k a sett nel conto aziendale da dividere tra i dipendenti pensate che bastava ? Vi dico io no, ecco perché ora come ora la chiesa e lo stato vaticano ha molte attività, come il bar, il museo, le adozioni, il negozio di crocifissi ecc... La chiesa riesce a mantenere uno stato e tutti i suoi dipendenti grazie a questo sistema, aumentando i prezzi, si rischierebbe solo di annullare il bar / mandare in fallimento uno stato ( e non scherzo ). Ora passiamo al prossimo punto una bellissima legge che ho fatto implementare ed e stata approvata dallo stato di neotecno che si trova nei patti lateranensi che cita testuali parole: Le merci provenienti da NeoTecno/Victoria e dirette alla Città del Vaticano, o, fuori della medesima, ad istituzioni o uffici della Santa Sede, saranno sempre ammesse da qualunque punto del confine ed in qualunque porto con piena esenzione dai diritti doganali e daziari. In parole povere? Legalmente parlando questa cosa non si può fare.
Il tutto si potrebbe risolvere, in alternativa, con l'aumento leggero del prezzo di rivendita da parte della chiesa di questi prodotti. Al magazzino non cambierebbe assolutamente nulla ripeto, tuttavia le aziende alimentari si ritrovano circondate da concorrenza e quella della chiesa è quasi "scorretta". Se il Papa aderisse a questa idea, la chiesa avrebbe guadagni maggiori e potrebbe comunque mantenere prezzi più vantaggiosi. Specifico che la proposta è stata avanzata inoltre poiché aziende private riforniscono alcuni alimenti in grandi quantità dalla chiesa (argomento discusso nella Proposta magazzino III), dunque risolvendo quest'ultima non ci sarebbe nessun problema con il resto.
Bisognerebbe studiarci molto con accordi da parte dello Stato di NovaTecno, i Magazzini e la Chiesa ma penso sia fattibile quindi approvo.